martedì 8 marzo 2011

CArmen Consoli... spiega l'italia alla spicciola...


la nostra ignoranza.. la nostra ricerca dell'inutile invece della cultura personale...
Carmen Consoli: «Vent'annidi attacco alle nostre coscienze»
di Valerio Rosa | tutti gli articoli dell'autore Cercasi avvenente signorina benfornita intraprendente, giovane brillante mapiù di ogni altra cosa dolce e consenziente»: A A A Cercasi, inedito della raccolta «Per niente stanca», è un fine sarcasmo d'autore sfoderato senza tanti giri di parole, il punto di vista di Carmen Consoli sulla mignottocrazia dilagante e sullo scempio che gli «utilizzatori finali», come li definiscono ai piani alti, usano fare del corpo delle donne alle nostre disastrate latitudini («donna santa e incensurata cercasi, deceduta il giorno prima basta che sia bona»). È stata composta l'estate scorsa, ma le cronache delle ultime settimane la fanno sembrare un instant-song. «Eppure non è la prima volta che mi occupo di "inciuci" e "buttane". Sono riflessioni che maturo da tempo sui dettagli anatomici della videocrazia. Queste donne non sanno fare nient'altro, la loro mancanza di qualsiasi talento artistico è così evidente che nell'ultima strofa della canzone mi domando se per caso non siano più interessate all'astrofisica». È un problema di valori? «Guarda, nell'educazione siciliana e matriarcale che ho ricevuto si cresce con l'idea che la donna, in quanto tale, debba fare le cose con una marcia in più. Varcando lo Stretto mi sono stupita di scoprire che non funziona così. Ma il vero problema è l'impoverimento culturale in cui siamo caduti. In Francia i ragazzi fanno tre ore di fila per una mostra di Rauschenberg, com'è giusto che accada in un Paese che consideri prioritario l'investimento sulla cultura». E in Italia, invece? «Siamo orientati e condizionati dagli istinti primordiali...».

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